L'orizzonte della notte by Gianrico Carofiglio

L'orizzonte della notte by Gianrico Carofiglio

autore:Gianrico Carofiglio [Carofiglio, Gianrico]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2024-01-29T12:00:00+00:00


24.

Erano fotocopie. Sulla prima, in alto, c’era un appunto manoscritto con penna stilografica. La grafia era piena di tratti curvi e irregolari, eppure fluida e leggibilissima. Pensai che mi sarebbe piaciuto averne una simile.

Quella che segue è apparentemente una lettera di Jung a un’amica. In realtà è un apocrifo. Due studiosi si sono divertiti a costruirlo mettendo insieme spunti e frasi originali; poi l’hanno pubblicato, attribuendolo a Jung. Quasi nessuno se n’è accorto anche perché il lavoro era molto ben fatto, e credibile. Chiunque ne sia l’autore, forse lei ci troverà qualcosa che la riguarda.

Mia cara amica,

lei si chiede, e mi chiede, come possa la vita continuare dopo un evento cosí doloroso come solo può esserlo il distacco dall’amato, dalla persona cioè alla quale abbiamo unito il nostro destino e con la quale abbiamo affidato tutti noi stessi nelle mani del futuro. È questo un interrogativo al quale, debbo confessarle, non so dare risposte.

Per quanto vittoriosa sia la fede, per quanto temprata, pure essa non sovrasta l’enigma della morte. Quando la morte si manifesta sul nostro cammino, quando ci sottrae il nostro bene, è violenza insostenibile dalla quale sempre siamo sconfitti. E per quanto profonda possa essere, come lei gentilmente mi attribuisce, la conoscenza dell’animo umano, ebbene essa ci conduce solo là dove non si può che ammettere, per quanto a malincuore, la propria ignoranza.

Ugualmente lei mi impone di osare, e giustamente. Ebbene, per cominciare, debbo avvisarla di non prestare orecchio alle facili consolazioni che certamente riceve e riceverà e che sempre piú d’altra parte si vanno facendo folla intorno a noi, complice la stessa psicologia di cui vorremmo essere fedeli e umili testimoni. Le consolazioni consolano anzitutto i consolatori. Consentono a essi di coltivare l’illusione di essere immuni da ciò che agli altri è toccato in sorte, e ancor piú d’essere saggi, prudenti e avveduti. Cosí, sentendosi al riparo e al sicuro, essi conservano la loro buona reputazione al prezzo di qualche buona parola. Ma, può esserne certa, se fossero onesti con sé stessi, come dicono di esserlo con gli altri, dovrebbero ammettere sinceramente che le consolazioni che offrono, consapevoli o meno che ne siano, nascondono null’altro che commiserazione per sé e risentimento per la vita. Ecco dunque un primo consiglio: né commiserazione per sé né risentimento per la vita.

Benché oscuro sia lo sfondo sul quale la morte si manifesta, altrettanto oscuro quanto quello della vecchiaia e della malattia, per non dire di quello del peccato e della stoltezza, ebbene è lo stesso sfondo sul quale si staglia il sereno splendore della vita. Per la nostra salute mentale sarebbe perciò un bene poter pensare che la morte non è che un passaggio, una parte di un grande, lungo e sconosciuto processo vitale: sia nei giorni dolorosi nei quali precipitiamo per la perdita di chi ci è caro sia nei giorni tristi nei quali siamo sorpresi dal pensiero della nostra stessa morte. La nostra morte è un’attesa o, se vuole, una promessa che non è mai compiuta. Per questo essa non ci impone di vuotare la nostra vita ma piuttosto di procedere alla sua pienezza.



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